Hoshitaro Sake Junmai 750ml
Regione
Italia
Tipologia
- Junmai
Percentuale alcolica
17%
Ingredienti
Descrizione
Al naso spiccano eleganti aromi fruttati con note di banana matura, mela e nocciola in evidenza. In bocca stupisce grazie ai sentori di noce, melone giallo e banana, enfatizzando ad ogni sorso l'unicità del primo sake prodotto da toji Giapponese in Italia.
Seimaibuai
68%
Temperatura di servizio
Da 6°C a 15°C
Sake Meter Value
-7
Abbinamento
Vincitore del premio platinum della Milano Sake Challenge 2024, questo Junmai, viene prodotto con un'acqua ultra-morbida di origine vulcanica, una rarità nelle Dolomiti. Ancora più morbida dell'acqua giapponese, permette ai sapori del riso di sciogliersi anche in acqua fredda, creando un'esperienza gustativa intensa e persistente. Il riso, coltivato a Vercelli con metodi completamente naturali e irriguo con l'acqua del Monte Rosa, è ricco di vitamine e presenta una piacevole acidità. Ogni sorso esprime la storia e l'unicità di un Sake ricco in gusto, aromi, storia e passione. Da bere in un calice di vino bianco, servito fresco, per assaporare al meglio questa esperienza unica nel suo genere.
Hoshitaro
Hoshitaro Asada, dopo nove anni di esperienza nella sakagura di una città costiera giapponese, ha scelto l'Italia per realizzare un sogno ambizioso: produrre un sake italiano. La sua decisione si basa sulla disponibilità di risorse essenziali come acqua pura e riso, specialmente nelle regioni settentrionali italiane. Tuttavia, Asada non è solo spinto dalle risorse, ma anche da una filosofia produttiva che considera il sake più un'arte che un semplice lavoro.
Il progetto inizia a concretizzarsi nel 2017, quando partecipa al Vinitaly e si rende conto della scarsa conoscenza del sake italiana. Incontra poi Nicola Coppe, un esperto italiano di fermentazioni con cui instaura una collaborazione. Insieme, affrontano le sfide della produzione, lavorando a Feltre, tra le montagne venete.
La produzione di sake richiede dedizione totale per il quale Asada, durante la preparazione del koji, non può dormire per tre giorni, poiché deve monitorare costantemente la temperatura. Nonostante le difficoltà, tra cui la pandemia e un terremoto che ha colpito la sua città natale, Asada continua con il suo progetto, pianificando di stabilirsi a Biella, dove ha trovato l'acqua perfetta per la sua sakagura.
La sua missione è anche culturale: vuole avvicinare gli italiani al sake, mostrando la ricchezza di abbinamenti gastronomici con ingredienti locali. Il suo obiettivo finale è produrre un sake completamente italiano, con tutti gli ingredienti locali.